By: Giovanni Da Lozzo ‘Senior Guide’
Le origini di Venezia risalgono al VII secolo e da allora i veneziani ricchi e poveri, nobili o umili sono stati uniti da alcune feste che ci ricordano che eravamo parte di un popolo molto più ampio e variegato di quello attuale.
I confini della Repubblica di Venezia arrivavano fino al Mar d’Azov e da ogni angolo del nostro dominio arrivavano genti che portavano usi e costumi che, a volte, venivano assorbiti e trasformati dalla cultura veneziana.
Alcune feste sono di derivazione Romana, altre Bizantina altre sono scaturite da eventi che hanno segnato la storia di questa città.
Di seguito un breve elenco delle feste più importanti, viste da un punto di vista di un Veneziano.
1. Carnevale:


È di certo la festa veneziana più conosciuta al mondo e la meno amata dai veneziani.
La prima attestazione del Carnevale di Venezia è del 1094 e la sua durata e lo svolgimento venne regolato dal Senato della Repubblica di Venezia solo nel 1296. I festeggiamenti iniziavano in Ottobre e finivano in Quaresima con una pausa per Natale. Pertanto si festeggiava per quasi tre mesi all’anno.
Nel ‘700 il Carnevale di Venezia divenne famoso in tutto il mondo e già all’epoca molti turisti si aggiravamo per la città completamente mascherati.
Con la caduta della Repubblica nel 1796 il carnevale di Venezia venne dimenticato e solo intorno al 1979 si fece rivivere e venne festeggiato dai soli veneziani. A partire poi dagli anni ‘80 si cercò di risollevarlo in modo da contrastare la bassa stagione turistica.
Ora vi sono feste strettamente private sfarzose e molti bar spuntano come funghi per dissetare la bramosia alcolica delle centinaia di migliaia di persone che intasano le calli della città di Venezia, mentre i veneziani cercano di prendersi le vacanze in modo da evitare il carnevale di Venezia.
Purtroppo ora il Carnevale per i Veneziani è una festa per gli altri, addirittura le pasticcerie spesso hanno problemi in quanto ci sono degli stand in Piazza San Marco che vendono delle frittelle dalla dubbia qualità e pertanto il turista non è nemmeno tentato di assaggiare le tradizionali “frittelle” e i “galani” a scapito delle ottime pasticcerie locali.
Sempre più spesso chi manca veramente dal Carnevale di Venezia, famoso per le sue maschere, sono proprio le maschere. Per chi, come noi ama questa città è triste da dire questo, ma soprattutto è triste per noi vedere come è ridotta la città durante i bagordi con un’intera città ridotta ad un gigantesco vespasiano.
Fortunatamente il moderno Carnevale di Venezia dura circa 5 settimane e il momento di massima affluenza è limitato a meno di una settimana.
Visitare Venezia con noi di Venice Kayak ti permette di vedere questa città evitando i luoghi più affollati anche durante il carnevale, infatti la maggior parte delle persone visita Venezia camminando tra le calle e non pagaiando tra i canali.
2. 25 Aprile o il giorno del bòcolo


Per noi Veneziani è il giorno degli innamorati. È tradizione che si offra al proprio amore un bocciolo (il bòcolo per l’appunto) di rosa rossa, secondo alcuni se si regala la rosa ma con un gambo storto e pieno di spine significa che è un amore problematico mentre se il gambo è dritto e privo di spine la coppia va per il meglio.
La tradizione risale alle Crociate quando un giovane dovette partire per il fronte in modo che il padre della ragazza gli concedesse la mano della figlia. Essa prima di partire gli donò un bocciolo di rosa bianca in segno di fedeltà ed amore, il ragazzo lo portava vicino al cuore, ma si macchiò con il suo sangue quando una freccia lo trafisse ai piedi delle mura di Gerusalemme.
Questa triste storia d’amore è così tanto sentita dai veneziani che è stata scolpita sul capitello di una delle colonne del loggiato del Palazzo Ducale. E tutt’oggi il 25 aprile si vedono in molti campi dei fioristi ambulanti che vendono esclusivamente dei boccioli di rosa.
E quando vedete una persona che porta fieramente una rosa non è perché non ha i soldi per acquistare un bouquet, ma perché ha un solo amore. Se ha due o più rose, in confezioni distinte tra loro, vuol dire che ha anche delle figlie.
Ovviamente c’è anche una festa religiosa ovvero la festa di San Marco, il patrono di Venezia, con messe solenni. É anche però l’anniversario della Liberazione dal nazi fascismo. Cortei religiosi si incrociano con quelli politici e tra questi cortei potrete vedere delle persone che corrono a casa con il loro agoniato bòcolo!
Pertanto questa data, 25 aprile, è maggiormente sentita in quanto si coniugano le passioni sentimentali con quelle religiose e quelle politiche. Per questo motivo è difficile trovare una guida di Venice Kayak disponibile a fare un tour per questa data perché qualsiasi sia la sua situazione ha un motivo per festeggiare, si lavora fino al 24 e a partire dal 26 di aprile. Inoltre secondo la tradizione bisogna preparare l’anitra, diversi sono i modi di cucinarla, ma sempre lunga è la sua cottura!
3. La Sensa or the marriage with the sea


La Festa della Sensa è un’antica cerimonia durante la quale viene celebrato il matrimonio tra Venezia e il Mare.
Questa festa risale all’anno 1000, ovvero a quando il Doge Pietro II Orseolo salvò la popolazione Dalmata minacciata dalle popolazioni Slave. Da quel momento la Dalmazia divenne parte dei domini Veneziani e così iniziò la storia di potenza marittima di Venezia.
La cerimonia prevedeva che il Doge montasse a bordo del Bucintoro e ,una volta raggiunto il Lido, lanciasse in mare un anello pronunciando la formula: Desponsamus te, mare nostrum, in signum ven perpetuique dominii. Ovvero “Ti sposiamo, mare nostro, in segno di vero e perpetuo dominio”.
La festa attuale prevede una coloratissima processione marittima a cui partecipano tutte le società remiere di Venezia e del Veneto e i privati cittadini, ma solo se a bordo di barche a remi, al termine della processione ha luogo una regata , la Regata della Sensa.
A Venezia c’è un detto legato anche alla Sensa: “se piove ala Sensa, par quaranta giorno no semo sensa” Ovvero: se piove il giorno della festa della Sensa per quaranta giorni pioverà.
Noi offriamo la possibilità ai nostri clienti di seguire la processione a bordo dei nostri kayak, naturalmente assieme a una delle nostre guide potete prenotare attraverso questo link.
4. Redentore


Il sabato della terza domenica di Luglio ha luogo la Festa del Redentore. Il bacino San Marco e il Canale della Giudecca si riempiono di barche addobbate con festoni, e ci sono talmente tante barche che quasi si può camminare su di esse per andare sull’altra riva.
I veneziani tutti aspettano con ansia i Foghi ovvero i fuochi d’artificio e nell’attesa imbandiscono tavolate lungo le rive cenando al lume di candele in totale convivialità.
Ma perché tutto questo? E soprattutto è solo questo?
L’origine di questa festa risale al 1577, ovvero quando finì quella pandemia e il Senato della Repubblica di Venezia decise di commemorarlo ogni terza domenica di Luglio con la costruzione di un tempio, la chiesa del Redentore progettata da Andrea Palladio, e ponte votivo che collega Venezia alla Giudecca. La domenica poi ha anche luogo una combattuta regata, in cui l’agonismo raggiunge picchi molto elevati anche perché è uno dei test per la Regata Storica.
Non effettuiamo tour né il sabato ne la domenica del Redentore anche perché molte delle nostre guide sono di corvée in cucina, visto che non pochi tra noi sono, oltre che ottime guide, anche degli ottimi cuochi intenti a preparare i più tipici piatti della tradizione veneziana, prima su tutte le sarde in sàor!
5. Regata storica


Si tratta dell’evento più importante per il popolo del remo di tutta la laguna che ha luogo la prima domenica di Settembre.
Magnifico è il corteo di barche storiche che si svolge lungo il Canal Grande il quale rende idealmente omaggio al ritorno di Caterina Cornaro Regina di Cipro a Venezia nel 1489 dopo che aveva abdicato il suo regno a favore della Repubblica di Venezia.
Una grande folla assiepa le rive del Canal Grande turisti e veneziani sgomitano per poter vedere da vicino. I turisti lo fanno per vedere il corteo storico, i veneziani per assistere alla regata che segue il corteo.
Dal punto di vista di un veneziano nato e cresciuto in barca devo ammettere che per me la parte più importante di tutta la giornata è la regata delle barche alla veneta si sfidano 9 equipaggi per categoria:
• “le maciarele”, giovani fino ai 14 anni su mascarete
• “le schie”, giovani fino ai 10 anni, su mascarete
• i giovanissimi su puparini
• Uomini su caorline a sei remi
• Donne su mascarete a due remi
• Campioni su gondolino da regata a due remi
Ci sono anche altre regate collaterali come le sfide tra università e altre, ma ciò che mi riempie il cuore di gioia è il fatto che per giorni si parla di voga alla veneta come fu un tempo, quando tutti andavano a remi e rispettavano questa città nata dalla laguna.
6. San Martino


Forse è una delle feste più sentite, in particolare dai piccoli veneziani. In occasione della ricorrenza del santo l’11 novembre i bambini si aggirano per i negozi della città “battendo” ovvero suonando strumenti improvvisati (vecchie pentole, scatole di latta) legate al collo, o meno, cantando la canzone di San Martino.
I negozianti e i passanti aspettano che i bambini finiscano la canzone di San Martino e poi danno loro dei soldi o di dolci.
Nelle pasticcerie o nelle case poi si trova il dolce di san Martino che può essere o di mela cotogna o di pasta frolla e variamente decorato. Si tratta di una festa intima, quasi familiare che viene festeggiata per lo più nella contrada in cui si vive.
Purtroppo questo tipo di feste vanno sparendo ed è per questo che voglio lasciare scritto per tutti voi le parole della “canzone di San Martino” prima che svanisca come la rugiada alle prime luci del giorno:
In Veneziano
San Martin xè andà in sofita
par trovar la so noviza
so noviza no ghe giera
San Martin xè andà par tera
rit.: e col nostro sachetin cari siori xe San Martin
Su ‘sta casa ghe xè do putele
tute risse e tute bele
col viseto delicato so papà ghe lo gà stampato.
E col nostro sachetin, ve cantemo el San Martin.
Siora Cate xè tanto bela
in mezo al peto la gà ‘na stela,
se no la gavesse maritada
so papà no ghe l’avaria dada.
rit.: e col nostro sachetin cari siori xe San Martin
Siora Lussia la fassa presto
ch’el caigo ne vien adosso,
el ne vien adosso sul scarselin,
siora Lussia xè San Martin.
Naturalmente in questo periodo di confinamento tutto è diverso e non ci sono i bambini che si aggirano tra calli e campielli cantando a squarciagola, ma nelle famiglie si fanno i dolci di pasta frolla a forma di San Martino, li si decora insieme cantando la canzone di San Martino. Tutto è sottotono, ma non la gioia di quando gli si da una caramella o un soldino ad un bambino, e nemmeno lo spirito di questa festa così particolare e familiare
7. La Salute


Con ogni probabilità questa è la festa più sentita da tutti i Veneziani.
Si festeggia il 21 novembre e dai giorni precedenti inizia un’interminabile processione di migliaia di persone, a turno tutte le parrocchie della Diocesi di Venezia recitano la messa e ce ne sono così tante che spesso più messe contemporaneamente vengono celebrate dai vari altari, in mezzo ai fedeli che ascoltano le messe una moltitudine di persone offre una candela alla Madonna Nera della Salute per chiedere guarigioni o una grazia.
Si celebra questa festa a partire dal 1630, ovvero dalla fine di una terribile pestilenza. Viene ancora festeggiata anche oggi in quasi tutto quello che fu il territorio della Repubblica di Venezia e nelle case si fa un piatto speciale la cui preparazione inizia un mese prima: la Castradina.
Si tratta di una zuppa di verze e carne della coscia di un montone castrato, le carne viene speziata, affumicata e quindi stagionata per essere poi consumata dopo una cottura di almeno due giorni.
L’ordine per la carne deve avvenire almeno 3 settimane prima in quanto la carne arriva tutt’ora dall’Albania e bisogna ordinare per tempo il quantitativo esatto in quanto viene preparata e mangiata esclusivamente il giorno della Madonna della Salute.
La tradizione e la storia raccontano che durante quella terribile pestilenza la carne della castradina era l’unica che poteva venire consumata in quanto subiva una lavorazione e una stagionatura tale che poteva passare il periodo di quarantena senza problemi.
In quel giorno tutti noi di Venice Kayak e Classic Boats Venice saremo chiusi e festeggeremo insieme come una famiglia, una grande famiglia che ama il mare, le barche e Venezia. Una famiglia aperta che accoglie e non allontana, per la quale le differenze sono motivo di unione ben consapevoli che esse apportano elementi di novità!. Magari anche voi un giorno sederete insieme a noi ad un grande tavolo con un piatto che ha una storia che risale a quasi 400 anni fa.
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